Fondo patrimoniale non annotato dal Comune: il notaio non è responsabile
Comune dell'atto di costituzione di fondo patrimoniale.
In tema di costituzione del fondo patrimoniale, al notaio incombe, entro trenta giorni, di richiedere l'annotazione dell'atto di costituzione del fondo patrimoniale ma non spetta anche il compito di controllare che il Comune dia seguito tempestivamente alla richiesta. L'obbligazione del notaio, che è obbligazione di mezzi, in questo ambito, non potendo egli rispondere delle negligenze altrui, diverrebbe una obbligazione di risultato peraltro difficile da adempiere, posto che al notaio sarebbe richiesto di imporre alla pubblica amministrazione un atto del suo ufficio (cassata, nella specie, la decisione dei giudici del merito che avevano riconosciuto la responsabilità del notaio per la mancata esecuzione, da parte del Comune, dell'annotazione di un atto di costituzione di fondo patrimoniale; a causa del ritardo dell'annotazione, due coniugi non avevano potuto opporre la destinazione di un immobile nel fondo patrimoniale e quindi il bene era stato oggetto di espropriazione nell'ambito di un'azione promossa dall'Erario nei confronti di uno dei due coniugi).
(Cassazione Civile, 1 settembre 2023, n. 25567)
Veicolo circolante su strade private: è obbligatoria la copertura assicurativa
E’ legittima la sanzione comminata all’autista di bus navetta per aver circolato su strada privata in assenza di copertura assicurativa siccome per circolazione su aree equiparate alle strade va intesa quella effettuata su ogni spazio ove il veicolo possa essere utilizzato in modo conforme alla sua funzione abituale. Ciò al fine garantire il diritto dei soggetti terzi ad essere reintegrati per equivalente dei danni eventualmente occasionati da un incidente stradale.
(Cassazione Civile, ordinanza, 30 agosto 2023, n. 24566)
Preliminare di vendita: per il definitivo è necessario il consenso di tutti i comproprietari
In tema di promessa di vendita di un bene immobile indiviso, appartenente a più comproprietari, allorché nell'unico documento predisposto per il negozio non risulti la volontà dei comproprietari di stipulare più contratti preliminari relativi esclusivamente alle singole quote di cui ciascuno di essi è titolare, le dichiarazioni dei promittenti venditori, che costituiscono un'unica parte complessa, danno luogo a un'unica volontà negoziale, sicché sono parti necessarie del giudizio ex art. 2932 c.c. tutti coloro che, concorrendo a formare la volontà negoziale della parte promittente, si sono obbligati a prestare il consenso necessario per il trasferimento del bene considerato come un unicum inscindibile e nei cui confronti deve spiegare effetto la sentenza costitutiva.
(Cassazione Civile, ordinanza, 29 agosto 2023, n. 25396)
Il peso dell’Hummer supera quello consentito per la patente B: il contratto di acquisto non può essere risolto
Si verte in tema di aliud pro alio quando la difformità del bene consegnato rispetto a quello pattuito incide sulla natura e, quindi, sull'individualità, consistenza e destinazione della stessa, in modo da potersi ritenere che esso appartenga ad un genere del tutto diverso da quello posto a base della decisione del compratore di effettuare l'acquisto, o quando la cosa consegnata presenti difetti che le impediscano di assolvere alla sua funzione o a quella concreta assunta come essenziale dalle parti, facendola degradare in una sottospecie del tutto diversa da quella dedotta in contratto, risultando inidonea ad assolvere alla funzione economico-sociale dedotta in contratto ed insuscettibile di fornire l'utilità richiesta (esclusa l'ipotesi de quo nella vendita di un veicolo con un peso massimo di carico per quale il l'acquirente avrebbe dovuto dotarsi di patente di guida diversa dalla B, nonostante le rassicurazioni diverse fornite dalla concessionaria; secondo la Corte, il veicolo venduto non era privo delle caratteristiche funzionali necessarie a soddisfare i bisogni dell'acquirente né aveva difetti che lo rendevano inservibile).
(Cassazione Civile, 24 agosto 2023, n. 25230)
Tra i beneficiari della polizza vita rientrano anche gli eredi per rappresentazione
Nel contratto di assicurazione sulla vita la designazione generica degli "eredi legittimi" come beneficiari comporta l'inclusione, tra i medesimi, pure degli eredi per rappresentazione ed ha, inoltre, come effetto che, a ciascuno di essi, spettino gli interessi corrispettivi sin dalla morte del de cuius.
(Cassazione Civile, ordinanza, 21 agosto 2023, n. 24951)
Il genitore offende l’insegnante che rimprovera il figlio: non è legittima difesa
La legittima difesa, idonea ad escludere la responsabilità per fatto illecito, esige il concorso di due elementi: la necessità di difendere un diritto proprio od altrui dal pericolo attuale di un'offesa ingiusta, e la proporzione tra l'offesa e la difesa (nella specie, la Corte ha ritenuto che non costituisse legittima difesa, ma rappresentavano un'intollerabile "giustizia fai da te", le offese proferite da un genitore all'insegnate del figlio, il quale aveva pianto a seguito dei rimproveri che gli erano stati mossi dalla professoressa, atteso che mancava del tutto la contestualità della condotta in quanto la reazione - violenta e aggressiva - era avvenuta quando erano trascorsi ormai tre giorni dal rimprovero).
(Cassazione Civile, 18 agosto 2023, n. 24848)
Per l’affido esclusivo deve essere evidenziata anche l’inidoneità educativa dell'altro genitore
Alla regola dell'affidamento condiviso dei figli può derogarsi solo ove la sua applicazione risulti pregiudizievole per l'interesse del minore, con la duplice conseguenza che l'eventuale pronuncia di affidamento esclusivo dovrà essere sorretta da una motivazione non più solo in positivo sulla idoneità del genitore affidatario, ma anche in negativo sulla inidoneità educativa ovvero manifesta carenza dell'altro genitore, come nel caso in cui quest'ultimo ponga in essere una persistente e durevole inosservanza dei provvedimenti giudiziali medio tempore emessi nell'interesse del minore.
(Cassazione Civile, ordinanza, 1 agosto 2023, n. 23333)
Consapevolezza del carattere abusivo dell'immobile: inadempiente il promissario acquirente che non stipula il rogito
In tema di adempimento del preliminare di compravendita immobiliare, ove le parti, nella consapevolezza del carattere abusivo dell'immobile, abbiano espressamente previsto di dar corso al procedimento di sanatoria, senza posticipare alla sua definizione la conclusione del contratto definitivo, deve ritenersi inadempiente il promissario acquirente che non ottemperi alla stipula del negozio definitivo e giustifichi la sua condotta sulla scorta dell'omesso rilascio del certificato di agibilità da parte del promissario venditore.
(Cassazione Civile, 1 agosto 2023, n. 23370)
Anche le opere parzialmente interrate devono rispettare le distanze legali e urbanistiche
In tema di distanze legali, l'art. 873 c.c., nello stabilire per le costruzioni su fondi finitimi la distanza minima di tre metri dal confine o quella maggiore fissata dai regolamenti locali, va interpretato, in relazione all'interesse tutelato dalla norma, nel senso che la nozione di "costruzione" comprende qualsiasi manufatto avente caratteristiche di consistenza e stabilità, o che emerga in modo sensibile dal suolo, sporgendone stabilmente, e che, per la sua consistenza, abbia l'idoneità a creare intercapedini pregiudizievoli alla sicurezza ed alla salubrità del godimento della proprietà, senza riferirsi necessariamente ad un edificio ma ad un qualsiasi manufatto, avente le suddette caratteristiche. Ai sensi della citata disposizione, esiste, dunque, una nozione unica di costruzione, consistente in qualsiasi opera non completamente interrata avente i caratteri della solidità ed immobilizzazione rispetto al suolo, indipendentemente dalla tecnica costruttiva adoperata, la quale non può essere modificata dai regolamenti comunali, sia pure al limitato fine del computo delle distanze legali, poiché il rinvio contenuto nella seconda parte dell'art. 873 c.c. ai regolamenti locali, costituenti norme secondarie, è circoscritto alla sola facoltà di stabilire una distanza maggiore.
(Cassazione Civile, 28 luglio 2023, n. 23040)
La risoluzione del contratto per impossibilità sopravvenuta dà luogo ai soli obblighi restitutori
La pronuncia di risoluzione del contratto per impossibilità sopravvenuta dell'esecuzione, in quanto fondata su un fatto estraneo alla sfera di imputabilità dei contraenti, dà luogo ai soli obblighi restitutori derivanti dallo scioglimento del vincolo contrattuale, essendo le prestazioni rese divenute indebite, ma non consente di condannare il debitore al pagamento del doppio della caparra, atteso che questa costituisce una forma risarcitoria limitata nel “quantum” e correlata al diritto di recesso, che, in quanto strumento di risoluzione negoziale per giusta causa, presuppone l'inadempimento della controparte.
(Cassazione Civile, 31 luglio 2023, n. 23209)