Docente di ruolo incapace di insegnare, sì alla dispensa dal servizio

Il concetto di "libertà didattica" comprende sì un'autonomia nella scelta di metodi appropriati d'insegnamento, ma questo non significa che l'insegnante possa non attuare alcun metodo o che possa non organizzare e non strutturare le lezioni: una libertà così intesa, infatti, equivarrebbe a una "libertà di non insegnare", incompatibile con la professione di docente; né dietro lo schermo della libertà didattica possono nascondersi sciatterie anziché idee degli insegnanti o una certa anarchia piuttosto che una progettualità condivisa e partecipata. Deve ritenersi legittimo il provvedimento di destituzione per incapacità didattica adottato nei confronti dell'insegnante laddove dagli altri elementi presuntivi emersi dall'istruttoria degli ispettori, ricavabili dalle convergenti dichiarazioni degli studenti, di altri docenti e del personale scolastico, devono ritenersi sussistenti impreparazione, incoerenza, confusione didattica a carico del docente e che siano carenti gli aspetti vitali, essenziali dell'insegnare escludendo anche qualsivoglia capacità didattica residua.

(Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 22 giugno 2023, n. 17897)


Revocatoria fallimentare: non integra l’anormalità del pagamento il semplice mutamento delle condizioni dello stesso

Nella disciplina dell'azione revocatoria fallimentare la normalità dell'atto estintivo di un debito pecuniario corrisponde a un dato oggettivo, da valutarsi alla stregua del fatto che il mezzo di pagamento utilizzato rientri o meno fra quelli comunemente accettati nella pratica commerciale in sostituzione del denaro, mentre non rileva il dato soggettivo dell'intervenuto mutamento delle originarie condizioni contrattuali di pagamento.

(Cassazione Civile, 22 giugno 2023, n. 17949)


Fallimento di una società straniera: se non è prevista la procedura di ammissione al passivo, l'accertamento del credito va effettuato in Italia

Nelle procedure di insolvenza transfrontaliere, per tali dovendosi intendere le procedure aperte a carico di soggetti aventi beni collocati nel territorio di diversi Stati membri dell'Unione europea, o nelle quali siano coinvolti creditori non residenti nello Stato di apertura della procedura, qualora la legge regolatrice di quest'ultima-da individuare in base al criterio della legge di apertura fissato dall'art. 4 del Regolamento n. 1346/2000 CE - preveda che il giudizio di accertamento del credito, che sia iniziato prima dell'apertura della procedura stessa, debba proseguire di fronte al giudice ordinario, questi è tenuto a conoscere della domanda sottoposta alla sua cognizione, anche se la norma di diritto interno del suo Stato di appartenenza riservi al giudice della procedura di insolvenza l'accertamento dei crediti nei confronti del soggetto insolvente. Di conseguenza il giudice italiano, dinanzi al quale sia pendente un giudizio avente ad oggetto una domanda di accertamento del credito, o di condanna, promosso da un creditore nei confronti di un soggetto di diritto estero che sia stato assoggettato, in altro Stato membro dell'Unione europea, a procedura di insolvenza aperta successivamente all'inizio della causa di cui anzidetto, non può dichiarare improcedibile la domanda, in applicazione della norma di diritto interno, ma deve applicare la disposizione prevista dalla legge dello Stato membro in cui la procedura di insolvenza è stata aperta e dunque, ove questa faccia salva-come nel caso del diritto tedesco - la cognizione del giudice ordinario, deve pronunciarsi nel merito.

(Cassazione Civile, 21 giugno 2023, n. 17777)


Ai fini dell'assegno di separazione non rilevano le condizioni economiche dei suoceri

AI fini dell'assegno di separazione in favore del coniuge non rilevano le condizioni economiche dei genitori del soggetto obbligato. Il diritto al mantenimento, ricorrendo le condizioni previste dall'art. 156 c.c., è fondato sulla persistenza, durante lo stato della separazione, di alcuni degli obblighi derivanti dal matrimonio, che gravano esclusivamente sui coniugi e non anche sui loro genitori. Inoltre, i genitori, una volta che il figlio sia divenuto autonomo e abbia fondato un proprio nucleo familiare, non hanno più alcun obbligo giuridico nei suoi confronti, sicché eventuali elargizioni, anche se continuative, costituiscono atti di liberalità e non possono essere considerate reddito del soggetto. Gli ascendenti sono tenuti soltanto, in via subordinata sussidiaria, a fornire ai genitori i mezzi necessari affinché possano adempiere i loro doveri nei confronti dei figli, qualora entrambi i genitori non possano o non vogliano mantenerli.

(Cassazione Civile, 21 giugno 2023, n. 17805)


Convenzione avvocato – assicurazione: i compensi per gli incarichi di volta in volta conferiti devono essere domandati in un unico giudizio

In presenza di un'unica convenzione conclusa dall'avvocato con il suo cliente, che disciplini, nell'ambito di un rapporto continuativo ed unitario, i criteri di quantificazione dei compensi per gli incarichi di volta in volta conferiti, il pagamento di tutti i compensi, ancorché relativi ad incarichi professionali diversi, deve essere domandato in un unico giudizio; non è consentito, infatti, al creditore di una determinata somma di denaro, dovuta in forza di un "unico rapporto obbligatorio", proporre plurime richieste giudiziali di adempimento.

(Cassazione Civile, 12 giugno 2023, n. 16508)


Violazione dell’obbligo informativo: il paziente deve allegare e provare il danno da lesione del diritto di autodeterminazione

Un danno risarcibile da lesione del diritto all’autodeterminazione è predicabile se e solo se, a causa del deficit informativo, il paziente abbia subito un pregiudizio, patrimoniale oppure non patrimoniale (ed, in tale ultimo caso, di apprezzabile gravità), diverso dalla lesione del diritto alla salute, in termini di sofferenza soggettiva e contrazione della libertà di disporre di se stesso, psichicamente e fisicamente, da allegarsi specificamente e da provarsi concretamente, sia pure a mezzo di presunzioni.

(Cassazione Civile, 12 giugno 2023, n. 16633)


No a lunghe vacanze estive presso il padre che non può stare insieme al figlio

Non è sufficiente, per invocare il riconoscimento di un maggiore periodo di permanenza del figlio presso di sé durante le vacanze estive rispetto alle tre settimane previste, l'allegata circostanza di disporre di una casa al mare e di una in montagna dove il figlio ha sempre trascorso, durante l'unione dei genitori, lunghi periodi di vacanza, in assenza di un impegno, da parte del genitore appellante e professionalmente molto impegnato, a trascorrere personalmente con lo stesso il maggior periodo richiesto.

(Cassazione Civile, 6 giugno 2023, n. 15878)


Sinistro stradale: l'ente custode della strada non ha l'obbligo di porre altra segnaletica dopo l'indicata corsia di preselezione

Nel caso di scontro tra veicoli a un incrocio non assistito da segnaletica, non si può attribuire un ruolo causale per il solo fatto che l'incidente si sia verificato; la cosa in custodia, infatti, viene a costituire mero teatro o luogo dell'incidente, mentre la serie causale determinativa dell'evento origina e si esaurisce interamente nel comportamento dei conducenti. Ne deriva che resta configurabile un'eventuale responsabilità dell'ente per colpa, secondo la generale clausola aquiliana, ove il danneggiato alleghi e dimostri la sussistenza di una situazione di pericolo, determinata dal contrasto tra le condizioni di transitabilità reali e quelle apparenti, non percepibile dall'utente della strada con l'uso della normale diligenza e non rimediabile con l'osservanza delle regole del codice della strada.

(Cassazione Civile, 29 maggio 2023, n. 14930)


La riorganizzazione dei posti auto e moto nel cortile condominiale non costituisce innovazione

In tema di condominio di edifici, la delibera assembleare, con la quale sia stata disposta una diversa distribuzione dei posti auto e dell'area per il parcheggio delle moto per disciplinare lo spazio comune in modo più utile per tutti i condomini, anche in funzione di impedire usi discriminati di tale area, rientra legittimamente nei poteri dell'assemblea dei condomini, attenendo all'uso della cosa comune ed alla sua regolamentazione, senza sopprimere o limitare le facoltà di godimento dei condomini, non incidendo sull'essenza del bene comune né alterandone la funzione o la destinazione. Pertanto, non è richiesta per la legittimità di una delibera assembleare condominiale avente detto oggetto, l'adozione con la maggioranza qualificata dei due terzi del valore dell'edificio, non concernendo tale delibera una "innovazione" secondo il significato attribuito a tale espressione dal codice civile, ma riguardando solo la regolamentazione dell'uso ordinario della cosa comune consistente nel consentire a tutti i condomini di potersi avvantaggiare del beneficio del parcheggio.

(Cassazione Civile, 13 giugno 2023, n. 16902)


Figlia fuoricorso e disoccupata: nessun mantenimento a meno che non provi di essersi adoperata nella ricerca di un lavoro

Alla luce del principio di autoresponsabilità, risulta esigibile l'utile attivazione del figlio maggiorenne nella ricerca comunque di un lavoro, al fine di assicurarsi il sostentamento autonomo, in attesa dell'auspicato reperimento di un impiego più aderente alle proprie soggettive aspirazioni; non potendo egli, di converso, pretendere che a qualsiasi lavoro si adatti soltanto, in vece sua, il genitore. Da ciò discende che l'onere della prova delle condizioni che fondano il diritto al mantenimento del figlio maggiorenne è a carico del richiedente. È il figlio che deve provare non solo la mancanza di indipendenza economica, ma di avere curato, con ogni possibile, impegno, la propria preparazione professionale o tecnica e di avere, con pari impegno, operato nella ricerca di un lavoro.

(Cassazione Civile, ordinanza, 8 giugno 2023, n. 16327)