I soci succedono nell'obbligo di stipulazione del definitivo nel caso di preliminare stipulato dalla società estinta
A fronte della cancellazione volontaria in corso di causa della società convenuta in giudizio quale promittente alienante per l'esecuzione in forma specifica del contratto preliminare di vendita immobiliare da essa concluso, i soci verso cui tale giudizio sia riassunto succedono nell'obbligo di stipulazione del definitivo e sono potenziali destinatari degli effetti della corrispondente sentenza costitutiva, anche se di tale obbligo di facere non si sia fatta menzione nel bilancio finale di liquidazione.
(Cassazione Civile, 6 giugno 2023, n. 15762)
Compravendita e vizi preesistenti: l’onere della prova sui vizi del bene spetta al compratore
L'azione di garanzia per i vizi della cosa venduta si distingue dall'azione di adempimento o di esatto adempimento della vendita per i presupposti e per gli effetti: la garanzia si riferisce solo ai vizi che esistevano già prima della conclusione del contratto e la relativa azione abilita normalmente il compratore a chiedere, a sua scelta, la risoluzione del contratto o la riduzione del prezzo; laddove ogni vizio posteriore alla conclusione del contratto può dar luogo solo all'esatto adempimento della obbligazione di consegnare e rendere esperibile l'ordinaria azione contrattuale di risoluzione o di adempimento, la quale prescinde dai termini di decadenza o di prescrizione cui è soggetta l'azione di garanzia. La prova della preesistenza dei vizi al momento del contratto grava - quindi - sul compratore, in coerenza con il principio per cui l'obbligo di garanzia dà luogo ad una responsabilità speciale interamente disciplinata dalle norme sulla vendita, che pone il venditore in situazione non tanto di obbligazione, quanto di soggezione, esponendolo all'iniziativa del compratore, intesa alla modificazione del contratto od alla sua caducazione mediante l'esperimento, rispettivamente, della "actio quanti minoris" o della "actio redibitoria".
(Cassazione Civile, 29 maggio 2023, n. 14895)
Aumento di capitale della srl: il termine per l’impugnativa decorre dall’iscrizione della deliberazione nel registro imprese
Ai sensi del combinato disposto degli artt. 2479-ter, comma 4, e 2379-ter, comma 1, c.c., il termine per l'impugnativa dell'aumento di capitale sociale decorre, per le s.r.l., dall'iscrizione della relativa deliberazione nel registro delle imprese e non già dalla trascrizione nel libro delle decisioni dei soci.
(Cassazione Civile, 24 maggio 2023, n. 14469)
Nessun addebito se è provata l'esistenza di un clima di sfiducia reciproca fra i coniugi
In tema di addebito della separazione, la presenza di comportamenti ambivalenti e non trasparenti da parte di ciascun coniuge verso l'altro non rendono verosimile un'univoca responsabilità dell'uno o dell'altro coniuge, ma consentono di dedurre il sopravvento di una situazione di reciproco venir meno delle aspettative riposte l'uno nell'altro, cosa che ha finito per minare la fiducia di coppia e l'unione matrimoniale.
(Cassazione Civile, 24 maggio 2023, n. 14396)
Risponde il Comune per i rumori molesti dopo la chiusura dei locali
La Pubblica Amministrazione è tenuta ad osservare le regole tecniche o i canoni di diligenza e prudenza nella gestione dei propri beni e, quindi, il principio del neminem laedere, con ciò potendo essere condannata sia al risarcimento del danno (artt. 2043 e 2059 c.c.) patito dal privato in conseguenza delle immissioni nocive che abbiano comportato la lesione di quei diritti, sia la condanna ad un facere, al fine di riportare le immissioni al di sotto della soglia di tollerabilità, non investendo una tale domanda, di per sé, scelte ed atti autoritativi, ma, per l'appunto, un'attività soggetta al principio del neminem laedere.
(Cassazione Civile, 23 maggio 2023, n. 14209)
Sulla responsabilità dell’ASL per il decesso del medico dovuto ad infarto da stress
Ai sensi degli artt. 40 e 41 c.p. un evento è da considerare causato da un altro se il primo non si sarebbe verificato in assenza del secondo; ne consegue che debbono essere risarcite tutte le conseguenze dannose derivanti dall'evento di danno in base non solo ad un rapporto di regolarità giuridica (riconosciuta la responsabilità dall'Azienda sanitaria locale per la morte di un medico, colto da infarto, atteso che l'Azienda lo aveva mantenuto nello stesso servizio, nello svolgimento del quale aveva subito due infarti, senza adibirlo - come indicato dalla Commissione medica - allo svolgimento di mansioni diverse, meno stressanti e non comportanti contatti con il pubblico).
(Cassazione Civile, 22 maggio 2023, n. 13919)
Sul sistema di rilevazione biometrica di presenza
Per il controllo biometrico dei lavoratori occorre un consenso specifico dei lavoratori stessi (confermato l'accoglimento della domanda di un lavoratore volta a sentir dichiarare illegittimo il sistema di rilevazione biometrica, tramite impronta della mano, dell'accesso dei lavoratori da parte del datore di lavoro, atteso che il consenso indicato dall'azienda come requisito per il trattamento dei dati biometrici dei lavoratori non poteva reputarsi specifico, come richiesto dall'art. 23, comma 3, d.lgs. n. 196/2003, perché non riferito all'utilizzazione dello strumento di rilevazione biometrica).
(Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 19 maggio 2023, n. 13873)
Il promotore finanziario danneggia l’investitrice imprudente: la banca non risponde
Gli istituti di credito rispondono dei danni arrecati a terzi dai propri incaricati nello svolgimento delle incombenze loro affidate quando il fatto illecito commesso sia connesso per occasionalità necessaria all'esercizio delle mansioni, ma la responsabilità dell'intermediario per i danni arrecati dai propri promotori finanziari è esclusa ove il danneggiato ponga in essere una condotta agevolatrice che presenti connotati di anomalia, vale a dire, se non di collusione, quantomeno di consapevole acquiescenza alla violazione delle regole gravanti sul promotore.
(Cassazione Civile, 17 maggio 2023, n. 13521)
Recesso del consumatore: nessun obbligo di pagamenti in caso di omessa informativa
L'articolo 14, paragrafo 4, lettera a), i), e paragrafo 5, della direttiva 2011/83/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2011, sui diritti dei consumatori, recante modifica della direttiva 93/13/CEE del Consiglio e della direttiva 1999/44/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e che abroga la direttiva 85/577/CEE del Consiglio e la direttiva 97/7/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, deve essere interpretato nel senso che: esso esonera il consumatore da qualsiasi obbligo di pagare le prestazioni fornite in esecuzione di un contratto negoziato fuori dei locali commerciali, qualora il professionista di cui trattasi non gli abbia trasmesso le informazioni di cui a tale articolo 14, paragrafo 4, lettera a), i), e tale consumatore abbia esercitato il suo diritto di recesso dopo l'esecuzione di tale contratto (la Corte si è così pronunciata nell'ambito di una controversia promossa da un consumatore tedesco che aveva concluso un contratto di servizi con un'impresa per lavori sul proprio impianto elettrico ma non era stato informato della possibilità di esercitare il diritto di recesso nei 14 giorni successivi).
(Corte di Giustizia Europea, 17 maggio 2023, n. 97)
Escluso il risarcimento automatico per il nipote non ancora nato al momento del sinistro del nonno
In relazione al nipote non ancora nato al momento dell'incidente non sussiste, in difetto dell'attualità del rapporto, una presunzione di afflittività conseguente alla necessaria riconfigurazione del rapporto stesso col nonno, fin dal suo sorgere, conseguente alle menomate condizioni fisiche di questi. L'esistenza di un pregiudizio subito dal nipote per i danni alla persona riportati dal nonno è un danno futuro soltanto eventuale, come tale non risarcibile: quando il bambino, venuto alla luce, conoscerà il nonno, il loro rapporto si configurerà fin dall'inizio sulle possibilità fisiche che avrà questi al momento del loro incontro, e non è automatico né presumibile che da una limitata mobilità fisica del nonno il rapporto affettivo tra i due possa essere limitato o deteriorato.
(Cassazione Civile, 17 maggio 2023, n. 13540)