Affinché un oggetto possa essere considerato originale è sufficiente che rifletta la personalità del suo autore, manifestando le sue scelte libere e creative
Perché un oggetto possa essere considerato originale, è necessario e sufficiente che questo rifletta la personalità del suo autore, manifestando le sue scelte libere e creative; per contro, quando la realizzazione di un oggetto è stata determinata da considerazioni di carattere tecnico, da regole o altre vincoli che non lascino margine per la libertà creativa, non può ritenersi che tale oggetto presenti l'originalità necessaria per poter costituire "un'opera", non essendo necessario il requisito ulteriore che l'opera produca un impatto visivo significativo dal punto di vista estetico.
(Cassazione Civile, 29 aprile 2024, n. 11413)
Dei debiti successivi alla successione contrattuale correlata “ex lege” alla cessione di azienda risponde l'acquirente
La solidarietà del cessionario dell'azienda per i debiti concernenti l'esercizio dell'azienda ceduta è posta a tutela dei creditori di questa, e non dell'alienante e, per questo, essa non determina alcun trasferimento della posizione debitoria sostanziale.
(Cassazione Civile, 23 aprile 2024, n. 10902)
Restano esclusi dal fallimento gli stipendi e le pensioni del fallito necessari ai bisogni della sua famiglia
Ai sensi dell'art. 46 l. fall. sono esclusi dal fallimento gli stipendi e le pensioni entro i limiti di quanto occorre al fallito per il mantenimento suo e della famiglia.
(Cassazione Civile, 16 aprile 2024, n. 10173)
Figli maggiorenni: La fruizione della Naspi è elemento che dimostra l’autosufficienza economica
Laddove un figlio lavori per un breve periodo per percepire di seguito la NASPI, in ragione del principio dell'autoresponsabilità, deve ritenersi che abbia comunque incominciato a riscuotere, seppur saltuariamente, redditi da lavoro. Alla luce della giurisprudenza che ormai forma diritto vivente a cui va data piena continuità, secondo la quale in tema di contributo al mantenimento del figlio maggiorenne da parte del genitore separato non convivente, lo svolgimento di un'attività retribuita, ancorché prestata in esecuzione di contratto di lavoro a tempo determinato, può costituire un elemento rappresentativo della capacità del figlio di procurarsi un'adeguata fonte di reddito, e quindi della raggiunta autosufficienza economica, è stato accolto il motivo addotto dal padre ricorrente.
(Cassazione Civile, ordinanza, 4 aprile 2024 n. 8892)
Sul danno patrimoniale per spese di assistenza vita natural durante
Il danno patrimoniale per spese di assistenza vita natural durante, consistente nella necessità di dovere retribuire una persona che garantisca l'assistenza personale ad un soggetto invalido, è un pregiudizio permanente che si produce «de die in diem», per la cui liquidazione occorre distinguere il danno passato, ossia già verificatosi, che presuppone che il danneggiato abbia dimostrato (anche attraverso presunzioni semplici, ex art. 2727 c.c.) di aver sostenuto dette spese, dal danno futuro, ossia non ancora verificatosi al momento della decisione ma che si verrà ragionevolmente a determinare per tutta la durata della vita residua del danneggiato.
(Cassazione Civile, 28 marzo 2024, n. 8371)
Alla figlia adulta lavoratrice con disturbi psichici spetta solo l’assegno alimentare
Non si conserva l’assegno di mantenimento per una figlia adulta che, sebbene necessiti di assistenza medica per deliri di persecuzione, sia entrata nel mondo del lavoro, rimanendo possibile un soccorso economico da parte del genitore, qualora se ne ravvisi la necessità, attraverso un assegno alimentare.
(Cassazione Civile, ordinanza, 27 marzo 2024, n. 8240)
Anche i balconi vanno compresi nel calcolo delle distanze
Sono esclusi dal calcolo delle distanze solo gli sporti con funzione meramente ornamentale, di rifinitura o accessoria (come le mensole, i cornicioni, le canalizzazioni di gronda e simili), non anche le sporgenze degli edifici aventi particolari proporzioni, come i balconi, costituite da solette aggettanti anche se scoperte, di apprezzabile profondità ed ampiezza, specie ove la normativa locale non preveda un diverso regime giuridico per le costruzioni accessorie.
(Cassazione Civile, 21 marzo 2024, n. 7604)
Al padre l’affido esclusivo del minore se la madre si trasferisce in un'altra regione
Va confermato l’affido esclusivo al padre qualora la madre abbia trasferito la propria residenza in altra regione lontana, con ciò pregiudicando la concreta possibilità di partecipare alla vita della figlia e alle decisioni da assumere nell’interesse della minore.
(Cassazione Civile, 27 febbraio 2024, n. 5136)
Niente assegno di mantenimento alla moglie che continua a lavorare part – time
Le disparità nei redditi sono venute meno una volta che la casa familiare è stata assegnata alla moglie. Quest’ultima ha la concreta possibilità di incrementare il proprio stipendio passando da un part time ad un orario pieno e di poter cogliere occasioni di avanzamento o conversione professionale destinate a migliorare il suo reddito, mettendo a frutto la laurea conseguita in costanza di matrimonio. L’eredità percepita da uno dei coniugi non incide sugli obblighi di mantenimento fra coniugi, ma potrà semmai rilevare quanto al mantenimento dei figli. Il giudice del merito è tenuto ad accertare, compiendo le indagini e gli accertamenti relativi anche d'ufficio, il variare delle condizioni patrimoniali ed eventualmente reddituali dell'obbligato, conseguenti al decesso del genitore, al fine di parametrare il contributo di mantenimento riguardo a queste nuove condizioni.
(Cassazione Civile, 28 febbraio 2024, n. 5242)
E’ vessatoria la clausola di esonero della società alienante dalla partecipazione alle spese condominiali per le unità immobiliari di sua proprietà ancora invendute
La clausola relativa al pagamento delle spese condominiali inserita nel regolamento di condominio predisposto dal costruttore o originario unico proprietario dell'edificio e richiamato nel contratto di vendita della unità immobiliare concluso tra il venditore professionista e il consumatore acquirente, può considerarsi vessatoria, ai sensi dell'art. 33, comma 1, d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, ove sia fatta valere dal consumatore o rilevata d'ufficio dal giudice nell'ambito di un giudizio di cui siano parti i soggetti contraenti del rapporto di consumo e sempre che determini a carico del consumatore un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto, e dunque se incida sulla prestazione traslativa del bene, che si estende alle parti comuni, dovuta dall'alienante, o sull'obbligo di pagamento del prezzo gravante sull'acquirente, restando di regola estraneo al programma negoziale sinallagmatico della compravendita del singolo appartamento l'obbligo del venditore di contribuire alle spese per le parti comuni in proporzione al valore delle restanti unità immobiliari che tuttora gli appartengano.
(Cassazione Civile, 27 febbraio 2024, n. 5139)