Anche un solo episodio di violenza fisica legittima l’addebito della separazione

In tema di separazione dei coniugi, le violenze fisiche costituiscono violazioni talmente gravi ed inaccettabili dei doveri nascenti dal matrimonio da fondare, di per sé sole e anche quando siano concretizzate in un unico episodio, non solo la pronuncia di separazione personale, ma anche la dichiarazione dell'addebito.

(Cassazione Civile, 27 febbraio 2024, n. 5171)


Immissioni: la violazione dei limiti stabiliti dalle leggi e dai regolamenti locali costituisce un illecito, anche sul piano civilistico

In materia di immissioni, il superamento dei limiti di rumore stabiliti dalle leggi e dai regolamenti che disciplinano le attività produttive è, senz'altro, illecito, in quanto, se le emissioni acustiche superano la soglia di accettabilità prevista dalla normativa speciale a tutela di interessi della collettività, così pregiudicando la quiete pubblica, a maggior ragione esse, ove si risolvano in immissioni nell'ambito della proprietà del vicino - ancor più esposto degli altri, in ragione della contiguità dei fondi, ai loro effetti dannosi - devono, per ciò solo, considerarsi intollerabili, ex art. 844 c.c. e, pertanto, illecite anche sotto il profilo civilistico.

(Cassazione Civile, 26 febbraio 2024, n. 5074)


Illegittimo l’obbligo imposto ai distributori di esporre i cartelloni con il prezzo medio del carburante

L'obbligo di esporre cartelli con il prezzo medio del carburante su base regionale, sia settimanalmente che quotidianamente è un onere di pubblicizzazione obiettivamente sproporzionato rispetto al fine perseguito e gravemente ingiusto a danno di operatori che agiscono in regime di libera concorrenza e che già sono sottoposti ad un dovere di informativa completa presso il punto vendita che non dà alcun concreto vantaggio né informazione utile all'homo oeconomicus.

(Consiglio di Stato, 23 febbraio 2024, n. 1806)


Illegittima la pubblicazione sul sito del Comune della targa di un’auto non coinvolta in violazioni di norme del Codice della strada

La targa automobilistica costituisce un dato che permette di identificare il proprietario e per questo assume un rilievo decisivo in materia di protezione dei dati personali; se è vero che dalla targa è possibile risalire al soggetto intestatario che, in astratto, potrebbe non essere l'effettivo utilizzatore, è d'altro canto vero che in una percentuale statisticamente preponderante è un dato personale idoneo a risalire alla persona dell'utilizzatore del parcometro, consentendone, dunque, la profilazione, onde il trattamento non può dirsi irrilevante sotto questo profilo (nella specie, sul sito di un Comune erano state pubblicate delle foto relative alla violazione delle norme sulla circolazione stradale nelle quali compariva anche la targa di un veicolo estraneo alla violazione; la Corte ha ritenuto che l'esposizione della targa di un veicolo non coinvolto nell'infrazione alla normativa sulla circolazione stradale sul sito internet costituisca profilatura).

(Cassazione Civile, 21 febbraio 2024, n. 4648)


La rinuncia al diritto di servitù deve manifestarsi per iscritto

La rinuncia al diritto di servitù deve rivestire, ai sensi dell'art. 1350, n. 5, c.c., la forma scritta sotto pena di nullità e non può quindi risultare da fatti concludenti né può essere provata con testi o da un atto di ricognizione o di accertamento.

(Cassazione Civile, ordinanza, 21 febbraio 2024, n. 4646)


Annullato l'accordo di separazione sottoscritto dal coniuge, bersaglio di minacce e intimidazioni

Ai fini dell'annullamento dell'accordo di separazione consensuale per vizi della volontà, si verifica l'ipotesi della violenza invalidante il negozio giuridico qualora una delle parti subisca una minaccia specificamente finalizzata ad estorcere il consenso, proveniente dalla controparte o da un terzo, e di natura tale da incidere, con efficienza causale, sulla specifica capacità di determinazione del soggetto passivo, che in assenza della minaccia non avrebbe concluso il negozio.

(Cassazione Civile, ordinanza, 20 febbraio 2024, n. 4440)


Il compratore ha diritto alla riduzione del prezzo se il bene è affetto da vizi di gravità ridotta

Il compratore può ottenere la risoluzione del contratto soltanto se il difetto di qualità della cosa venduta non sia di scarsa importanza; tuttavia, quando l'inadempienza non sia di tale gravità da giustificare la risoluzione del contratto, l'acquirente può sempre agire per il risarcimento del danno sotto forma di una proporzionale riduzione del prezzo corrispondente al maggior valore che la cosa avrebbe avuto, purché il difetto di questa non sia di trascurabile entità.

(Cassazione Civile, ordinanza, 16 febbraio 2024, n. 4245)


Legittimo non pagare le bollette se il fornitore non ha trasferito la linea telefonica

L'onere di provare l'inesistenza dei disservizi allegati dal somministrato, ovvero l'inesistenza dell'inesatto adempimento, è a carico del somministrante, sicché quest'ultimo deve dimostrare di avere reso la prestazione che giustifica l'obbligazione di pagamento della controparte; lo stesso onere sussiste nel caso di eccezione d'inadempimento, risultando, in tal caso, invertiti i ruoli delle parti in lite, poiché il debitore eccipiente si limiterà ad allegare l'altrui inadempimento, ed il creditore dovrà dimostrare il proprio adempimento (fattispecie relativa al mancato trasferimento di una linea telefonica).

(Cassazione Civile, 15 febbraio 2024, n. 4197)


La sanzione per divieto di sosta permanente può essere reiterata ogni ventiquattro ore

La sanzione per la protrazione del divieto di sosta permanente può essere reiterata ogni ventiquattro ore; quella relativa alla sosta limitata o regolamentata è irrogabile alla fine di ogni fascia oraria. Il periodo di protrazione della violazione, che consente la reiterazione della sanzione, non si riferisce alla sosta autorizzata per il periodo determinato dal pagamento effettuato dall'utente o indicato nel disco orario esposto, bensì alla protrazione della sosta oltre la fascia di vigenza giornaliera - o infragiornaliera - della sosta, non del disco orario né della regolamentazione tariffaria selezionata dall'utente.

(Cassazione Civile, 15 febbraio 2024, n. 4187)


Servizi telefonici: la fatturazione a 28 gg lede i diritti dei consumatori

Costituisce pratica ingannevole e quindi vietata quella da parte dell'operatore telefonico che stabilisce una cadenza di pagamenti ogni quattro settimane, anziché mensile. Nella somministrazione a carattere continuativo il prezzo è pagato secondo le scadenze d'uso; l'uso nel mercato delle comunicazioni era quello di fatturare mensilmente e la compagnia, stabilendo una fatturazione quadri-settimanale, avrebbe tratto ingiusto vantaggio dai suoi utenti.

(Cassazione Civile, 15 febbraio 2024, n. 4182)