Figli maggiorenni: La fruizione della Naspi è elemento che dimostra l’autosufficienza economica
Laddove un figlio lavori per un breve periodo per percepire di seguito la NASPI, in ragione del principio dell'autoresponsabilità, deve ritenersi che abbia comunque incominciato a riscuotere, seppur saltuariamente, redditi da lavoro. Alla luce della giurisprudenza che ormai forma diritto vivente a cui va data piena continuità, secondo la quale in tema di contributo al mantenimento del figlio maggiorenne da parte del genitore separato non convivente, lo svolgimento di un'attività retribuita, ancorché prestata in esecuzione di contratto di lavoro a tempo determinato, può costituire un elemento rappresentativo della capacità del figlio di procurarsi un'adeguata fonte di reddito, e quindi della raggiunta autosufficienza economica, è stato accolto il motivo addotto dal padre ricorrente.
(Cassazione Civile, ordinanza, 4 aprile 2024 n. 8892)
Sul danno patrimoniale per spese di assistenza vita natural durante
Il danno patrimoniale per spese di assistenza vita natural durante, consistente nella necessità di dovere retribuire una persona che garantisca l'assistenza personale ad un soggetto invalido, è un pregiudizio permanente che si produce «de die in diem», per la cui liquidazione occorre distinguere il danno passato, ossia già verificatosi, che presuppone che il danneggiato abbia dimostrato (anche attraverso presunzioni semplici, ex art. 2727 c.c.) di aver sostenuto dette spese, dal danno futuro, ossia non ancora verificatosi al momento della decisione ma che si verrà ragionevolmente a determinare per tutta la durata della vita residua del danneggiato.
(Cassazione Civile, 28 marzo 2024, n. 8371)
Alla figlia adulta lavoratrice con disturbi psichici spetta solo l’assegno alimentare
Non si conserva l’assegno di mantenimento per una figlia adulta che, sebbene necessiti di assistenza medica per deliri di persecuzione, sia entrata nel mondo del lavoro, rimanendo possibile un soccorso economico da parte del genitore, qualora se ne ravvisi la necessità, attraverso un assegno alimentare.
(Cassazione Civile, ordinanza, 27 marzo 2024, n. 8240)
Anche i balconi vanno compresi nel calcolo delle distanze
Sono esclusi dal calcolo delle distanze solo gli sporti con funzione meramente ornamentale, di rifinitura o accessoria (come le mensole, i cornicioni, le canalizzazioni di gronda e simili), non anche le sporgenze degli edifici aventi particolari proporzioni, come i balconi, costituite da solette aggettanti anche se scoperte, di apprezzabile profondità ed ampiezza, specie ove la normativa locale non preveda un diverso regime giuridico per le costruzioni accessorie.
(Cassazione Civile, 21 marzo 2024, n. 7604)
Al padre l’affido esclusivo del minore se la madre si trasferisce in un'altra regione
Va confermato l’affido esclusivo al padre qualora la madre abbia trasferito la propria residenza in altra regione lontana, con ciò pregiudicando la concreta possibilità di partecipare alla vita della figlia e alle decisioni da assumere nell’interesse della minore.
(Cassazione Civile, 27 febbraio 2024, n. 5136)
Niente assegno di mantenimento alla moglie che continua a lavorare part – time
Le disparità nei redditi sono venute meno una volta che la casa familiare è stata assegnata alla moglie. Quest’ultima ha la concreta possibilità di incrementare il proprio stipendio passando da un part time ad un orario pieno e di poter cogliere occasioni di avanzamento o conversione professionale destinate a migliorare il suo reddito, mettendo a frutto la laurea conseguita in costanza di matrimonio. L’eredità percepita da uno dei coniugi non incide sugli obblighi di mantenimento fra coniugi, ma potrà semmai rilevare quanto al mantenimento dei figli. Il giudice del merito è tenuto ad accertare, compiendo le indagini e gli accertamenti relativi anche d'ufficio, il variare delle condizioni patrimoniali ed eventualmente reddituali dell'obbligato, conseguenti al decesso del genitore, al fine di parametrare il contributo di mantenimento riguardo a queste nuove condizioni.
(Cassazione Civile, 28 febbraio 2024, n. 5242)
E’ vessatoria la clausola di esonero della società alienante dalla partecipazione alle spese condominiali per le unità immobiliari di sua proprietà ancora invendute
La clausola relativa al pagamento delle spese condominiali inserita nel regolamento di condominio predisposto dal costruttore o originario unico proprietario dell'edificio e richiamato nel contratto di vendita della unità immobiliare concluso tra il venditore professionista e il consumatore acquirente, può considerarsi vessatoria, ai sensi dell'art. 33, comma 1, d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, ove sia fatta valere dal consumatore o rilevata d'ufficio dal giudice nell'ambito di un giudizio di cui siano parti i soggetti contraenti del rapporto di consumo e sempre che determini a carico del consumatore un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto, e dunque se incida sulla prestazione traslativa del bene, che si estende alle parti comuni, dovuta dall'alienante, o sull'obbligo di pagamento del prezzo gravante sull'acquirente, restando di regola estraneo al programma negoziale sinallagmatico della compravendita del singolo appartamento l'obbligo del venditore di contribuire alle spese per le parti comuni in proporzione al valore delle restanti unità immobiliari che tuttora gli appartengano.
(Cassazione Civile, 27 febbraio 2024, n. 5139)
Anche un solo episodio di violenza fisica legittima l’addebito della separazione
In tema di separazione dei coniugi, le violenze fisiche costituiscono violazioni talmente gravi ed inaccettabili dei doveri nascenti dal matrimonio da fondare, di per sé sole e anche quando siano concretizzate in un unico episodio, non solo la pronuncia di separazione personale, ma anche la dichiarazione dell'addebito.
(Cassazione Civile, 27 febbraio 2024, n. 5171)
Immissioni: la violazione dei limiti stabiliti dalle leggi e dai regolamenti locali costituisce un illecito, anche sul piano civilistico
In materia di immissioni, il superamento dei limiti di rumore stabiliti dalle leggi e dai regolamenti che disciplinano le attività produttive è, senz'altro, illecito, in quanto, se le emissioni acustiche superano la soglia di accettabilità prevista dalla normativa speciale a tutela di interessi della collettività, così pregiudicando la quiete pubblica, a maggior ragione esse, ove si risolvano in immissioni nell'ambito della proprietà del vicino - ancor più esposto degli altri, in ragione della contiguità dei fondi, ai loro effetti dannosi - devono, per ciò solo, considerarsi intollerabili, ex art. 844 c.c. e, pertanto, illecite anche sotto il profilo civilistico.
(Cassazione Civile, 26 febbraio 2024, n. 5074)
Illegittimo l’obbligo imposto ai distributori di esporre i cartelloni con il prezzo medio del carburante
L'obbligo di esporre cartelli con il prezzo medio del carburante su base regionale, sia settimanalmente che quotidianamente è un onere di pubblicizzazione obiettivamente sproporzionato rispetto al fine perseguito e gravemente ingiusto a danno di operatori che agiscono in regime di libera concorrenza e che già sono sottoposti ad un dovere di informativa completa presso il punto vendita che non dà alcun concreto vantaggio né informazione utile all'homo oeconomicus.
(Consiglio di Stato, 23 febbraio 2024, n. 1806)