Omessa manutenzione del bene pubblico
Ove dall’omessa custodia e manutenzione della strada pubblica derivi un'alterazione del deflusso delle acque che rechi danno alle colture di un fondo, il proprietario del medesimo è legittimato alla generale azione risarcitoria ex art. 2043 c.c., per il ristoro del danno, eventualmente comprensivo dell'esborso per l'esecuzione di opere necessarie ad evitarne la reiterazione.
(Cassazione Civile, ordinanza, 24 marzo 2021, n. 8272)
Il nipote va sempre risarcito per l’uccisione della nonna
In tema di domanda di risarcimento del danno non patrimoniale "da uccisione", proposta "iure proprio" dai congiunti dell'ucciso, mentre costituisce presupposto di fatto del danno risarcibile l’esistenza di rapporti costanti di reciproco affetto e solidarietà con il familiare defunto, l’esistenza di un legame eccedente l’ordinario rapporto di affetto, come del resto lo stesso rapporto di convivenza, costituiscono circostanze rilevanti ai fini della liquidazione del danno e, dunque, incidenti sull’aspetto del quantum e non dell’an.
(Cassazione Civile, ordinanza, 22 febbraio 2021 n. 4655)
Buche stradali e responsabilità da cose in custodia
In ambito di responsabilità da cose in custodia, ex art. 2051 c.c., nel caso di caduta di pedone in una buca stradale non risulta predicabile la ricorrenza del caso fortuito a fronte del mero accertamento di una condotta colposa della vittima (la quale potrà invece assumere rilevanza, ai fini della riduzione o dell'esclusione del risarcimento, ai sensi dell'art. 1227, commi 1 e 2, c.c.), richiedendosi, per l'integrazione del fortuito, che detta condotta presenti anche caratteri di imprevedibilità ed eccezionalità tali da interrompere il nesso causale tra la cosa in custodia e il danno.
(Cassazione Civile, 20 novembre 2020, n. 26524)
Sulla responsabilità civile conseguente ai danni riportati dai bambini all'interno di un parco giochi
In tema di danni da cose in custodia, segnatamente attrezzature di gioco per bambini, sussiste la responsabilità della PA tutte le volte che le normative Uni En 1176 e 1177 sulla sicurezza per le attrezzature di gioco riservate ai bambini non siano rispettate (nella specie, l'attività istruttoria ha evidenziato che alla base dei giochi dai quali era caduto il minore vi era una superficie di prato sintetico adatta a tenere indenni i bambini dalle cadute verificatesi dall'altezza massima di un metro; quindi, poiché il bambino era caduto da una panca ad un'altezza maggiore, il Comune avrebbe dovuto collocare sul posto un diverso materiale in grado di ammortizzare la caduta, materiale che non c'era).
(Cassazione Civile, 8 luglio 2020, n. 14166)
Paziente suicida in ospedale e richiesta risarcitoria dei congiunti per la perdita del rapporto parentale
Se deve ritenersi che una struttura ospedaliera risponde, contrattualmente, dei danni dei quali chieda il ristoro lo stesso paziente (che lamenti la mancata adeguata vigilanza sulla sua persona, ed in particolare l'omesso impedimento di atti autolesivi), non altrettanto può dirsi in ordine, invece, in relazione all'iniziativa risarcitoria assunta dai suoi stretti congiunti, per far valere, nelle stesse ipotesi, il danno da menomazione del rapporto parentale, o da perdita dello stesso, particolarmente nel caso in cui l'iniziativa autolesionistica del malato, soprattutto quello psichiatrico, si risolva in un atto suicidario portato a compimento.
(Cassazione Civile, 8 luglio 2020, n. 14258)
Responsabilità dei precettori e dei maestri per fatto degli altri allievi
L'amministrazione scolastica risponde del fatto illecito commesso dagli allievi minori sotto la sua vigilanza, salvo che dimostri di non aver potuto impedire il fatto (art. 2048, comma 3, c.c.). In altri termini, incombe sul danneggiato l'onere della prova dell'illecito commesso da altro allievo, mentre è a carico della scuola la prova del fatto impeditivo. Con specifico riferimento ai casi in cui la scuola si avvalga dell'opera di terzi, essa assume il rischio connaturato e pertanto risponde direttamente di tutte le ingerenze dannose che a costoro, sulla base di un nesso di occasionalità necessaria, siano state cagionate. Ed infatti la responsabilità del preponente non viene in tal caso meno neanche qualora i preposti non siano alle sue dipendenze, essendo sufficiente che il fatto illecito sia commesso da un soggetto legato da un rapporto di preposizione con il responsabile.
(Cassazione Civile, 12 maggio 2020, n. 8811)
Danno morale e prova presuntiva
Il danno non patrimoniale consistente nella sofferenza morale patita dal prossimo congiunto di una persona lesa dall'altrui illecito può essere dimostrato ricorrendo alla prova presuntiva, tipicamente integrata dalla gravità delle lesioni quali la perdita di un arto inferiore in uno alla convivenza familiare strettissima, propria del rapporto filiale (riconosciuto, nella specie, il danno subito dai genitori a causa della sofferenza morale patita in seguito ad un incidente che aveva coinvolto il loro figlio, a cui era stata amputata una gamba).
(Cassazione Civile, 24 gennaio 2020, n. 1640)
La responsabilità del condominio ei locali comuni
Provata la presenza del secchio della spazzatura di tipo umido nell’androne condominiale, il condominio avrebbe dovuto dimostrare che la sostanza oleosa era presente da un lasso di tempo così breve da impedire un efficace intervento riparatore. Non dimostrando nulla, impossibile parlare di caso fortuito.
(Cassazione Civile, ordinanza 13 gennaio 2020, n. 342)
I pregiudizi derivanti dalla sofferenza soggettiva e dal necessitato mutamento peggiorativo delle abitudini di vita debbono essere risarciti
Il familiare di una persona lesa dall'altrui condotta illecita (omessa diagnosi di malattia) può subire uno stato di sofferenza soggettiva e un necessitato mutamento peggiorativo delle abitudini di vita (incidente sul profilo dinamico della propria esistenza): entrambi i pregiudizi debbono essere risarciti, laddove rivestano i caratteri della serietà del danno e della gravità della lesione, senza che possano valere ad escludere la sussistenza del pregiudizio la circostanza che l'invalidità del congiunto non sia totale o il fatto che l'assistenza possa essere stata ripartita fra più familiari.
(Cassazione Civile, 4 novembre 2019, n. 28220)
Il danno morale e la presunzione
Nel caso di un soggetto che abbia riportato dette fratture ed una vasta ferita suturata con punti, ai fini del risarcimento del danno morale, che deve essere allegato e provato, trovano applicazione le presunzioni, dovendosi far discendere dal fatto noto la necessaria conseguenza in termini di sofferenza.
(Cassazione Civile, ordinanza 17 settembre 2019, n. 23146)