La morte di una persona a causa di un illecito genera una presunzione di sofferenza per i familiari
La morte di una persona a causa di un atto illecito genera una presunzione legale di sofferenza morale per i familiari della vittima, indipendentemente dalla convivenza o vicinanza geografica. Questa presunzione può essere confutata dal convenuto dimostrando l’assenza di legame affettivo o l’esistenza di un rapporto di ostilità. Tuttavia, per il danno dinamico-relazionale, che riguarda l’intensità delle relazioni affettive, è necessaria una prova concreta. Il giudice deve valutare attentamente queste circostanze per quantificare adeguatamente il risarcimento dovuto per la perdita del rapporto affettivo e la rottura del vincolo familiare.
(Cassazione Civile, 24 giugno 2025, n. 16895)