Il bilancio d’esercizio delle società di capitali approvato, costituisce piena prova dei debiti sociali
Ai sensi dell’art. 2709 c.c., il bilancio regolarmente approvato di una società di capitali, al pari dei libri e delle scritture contabili delle imprese soggette a registrazione, ha valore probatorio in merito all’esistenza dei debiti sociali. Tale valore è soggetto alla libera valutazione del giudice di merito, il quale dovrà tenerne conto unitamente agli altri elementi acquisiti nel processo. In ogni caso, il bilancio regolarmente approvato assume piena efficacia probatoria con riferimento ai debiti e ai crediti chiaramente indicati al suo interno.
(Cassazione Civile, 22 ottobre 2024, n. 27330)
La cancellazione di una società dal Registro Imprese non comporta automaticamente la rinuncia ai crediti della società stessa
La mancata presentazione del bilancio in liquidazione per un periodo superiore a tre anni, che determina la cancellazione d'ufficio della società, non costituisce una presunzione grave, precisa e concordante di rinuncia al credito da parte della società, né può essere qualificata come atto di remissione del debito.
(Cassazione Civile, 6 settembre 2024, n. 24078)
La cancellazione dal registro delle imprese non importa la remissione della pretesa azionata in giudizio
La mera cancellazione di una società dal registro delle imprese non può essere considerata sufficiente per dedurre la remissione del credito fatto valere in giudizio. Tale remissione deve essere invece allegata e provata con rigore da chi intenda farla valere, dimostrando tutti i presupposti della fattispecie (ossia la inequivoca volontà remissoria e la destinazione della dichiarazione ad uno specifico creditore). In difetto di altri indici univoci sulla volontà remissoria si può ritenere avvenuto il trasferimento dei diritti della società ai soci.
(Cassazione Civile, ordinanza, 14 giugno 2024, n. 16607)
Dei debiti successivi alla successione contrattuale correlata “ex lege” alla cessione di azienda risponde l'acquirente
La solidarietà del cessionario dell'azienda per i debiti concernenti l'esercizio dell'azienda ceduta è posta a tutela dei creditori di questa, e non dell'alienante e, per questo, essa non determina alcun trasferimento della posizione debitoria sostanziale.
(Cassazione Civile, 23 aprile 2024, n. 10902)
Responsabilità dei sindaci: il dovere di vigilanza deve avere ad oggetto il controllo di tutta la gestione sociale
Il dovere di vigilanza imposto ai sindaci dall'art. 2403 c.c. non è circoscritto all'operato degli amministratori ma si estende al regolare svolgimento dell'intera gestione sociale per la tutela non solo dell'interesse dei soci ma anche di quello dei creditori sociali.
(Cassazione Civile, 24 gennaio 2024, n. 2350)
Inapplicabile al credito derivante dal recesso del socio la disciplina della postergazione
Il credito derivante da recesso non presenta alcuna "parentela" ontologica e "vicinanza" funzionale con il credito da finanziamento soci, e ciò per l'evidente ragione che, nel primo caso, il credito conseguirebbe allo scioglimento del rapporto sociale e in quell'evento troverebbe fondamento, mentre, nel secondo caso, la costanza del rapporto sociale costituirebbe il presupposto per l'insorgenza del credito. Da ciò l'inapplicabilità, al credito derivante dal recesso del socio, della disciplina della postergazione per la restituzione dei finanziamenti del socio alla stregua dell'art. 2467 c.c..
(Cassazione Civile, ordinanza, 6 novembre 2023, n. 30725)
Esclusa la responsabilità del socio se il recesso è portato a conoscenza dei terzi
La responsabilità del socio di società di persone verso i terzi per le obbligazioni della stessa deve ritenersi temporalmente correlata alla durata del rapporto sociale e, conseguentemente, esclusa oltre la data dello scioglimento del rapporto tra il socio e la società, a condizione che lo scioglimento sia stato portato con mezzi idonei a conoscenza dei terzi che lo hanno incolpevolmente ignorato.
(Cassazione Civile, 23 ottobre 2023, n. 29306)
Aumento di capitale della srl: il termine per l’impugnativa decorre dall’iscrizione della deliberazione nel registro imprese
Ai sensi del combinato disposto degli artt. 2479-ter, comma 4, e 2379-ter, comma 1, c.c., il termine per l'impugnativa dell'aumento di capitale sociale decorre, per le s.r.l., dall'iscrizione della relativa deliberazione nel registro delle imprese e non già dalla trascrizione nel libro delle decisioni dei soci.
(Cassazione Civile, 24 maggio 2023, n. 14469)
I finanziamenti di società tramite fiduciaria non sono esercizio abusivo del credito
Difettano tutti i presupposti caratterizzanti l'esercizio abusivo di una attività creditizia, se le operazioni di finanziamento oggetto di accertamento vengono effettuate da società fiduciarie, comunque, riconducibili alla proprietà di un soggetto nei confronti di società sempre riferibili al medesimo soggetto (e non anche di una generalità di soggetti) e sono prive di finalità speculative, non essendo stata data la prova di rimborsi, con aggravio di interessi.
(Cassazione Civile, ordinanza, 21 marzo 2023, n. 8071)
Sanzionabile la società che rileva la presenza dei dipendenti tramite impronta digitale
L'esimente della buona fede, prevista dalla l. n. 689 del 1981, art. 3, in tema di sanzioni amministrative, non trova applicazione quando l'affidamento relativo alla liceità della condotta, dipende proprio dalla colpa consistita nella mancata verifica degli adempimenti richiesti in qualità di datore di lavoro titolare del trattamento dei dati personali dei propri dipendenti, cui competono, ai sensi del d.lg. n. 196 del 2003, art. 4-e dal reg. Ue 679/2016, entrato in vigore nel maggio 2018, non applicabile alla fattispecie -, le decisioni "in ordine alle finalità, alle modalità di trattamento ed agli strumenti utilizzati, ivi compreso il profilo della sicurezza" (confermata la sanzione ad una società che aveva utilizzato un sistema di rilevamento biometrico dell'impronta digitale per registrare le presenze dei propri dipendenti).
(Cassazione Civile, 6 marzo 2023, n. 6642)