La doppia sottoscrizione indiscriminata non vale ad approvare le vessatorie

Non integra il requisito della specifica approvazione per iscritto ex art. 1341, comma II Cod. Civ. il richiamo in blocco di tutte le condizioni generali di contratto o di gran parte di esse, comprese quelle prive di carattere vessatorio, e quindi la loro sottoscrizione indiscriminata, poiché con tale modalità non è garantita l’attenzione del contraente debole verso la clausola a lui sfavorevole, in quanto ricompresa tra le altre richiamate.
Tale modalità di approvazione della clausola vessatoria rende oggettivamente difficoltosa la percezione della stessa, giacché la genericità di tale riferimento priva l’approvazione della specificità richiesta dall’art. 1341 Cod. Civ., in quanto la norma richiede non solo la sottoscrizione separata, ma anche la scelta di una tecnica redazionale idonea a suscitare l’attenzione del sottoscrittore sul significato delle clausole specificamente approvate.

(Tribunale di Reggio Emilia, 24.04.2018, n. 623)


Il giudice riduce la penale solo se la parte prova che è eccessiva

Il potere del giudice di ridurre l’importo della penale prevista in un contratto può essere esercitato solo se la parte obbligata al pagamento abbia correttamente allegato e provato i fatti dai quali risulti l’eccessività della penale stessa.

(Tribunale di Arezzo, 16 maggio 2018, n. 551)


Certificato di abitabilità e risoluzione del preliminare di compravendita

In tema di compravendita immobiliare, la mancata consegna al compratore del certificato di abitabilità non determina, in via automatica, la risoluzione del contratto preliminare per inadempimento del venditore, dovendo essere verificata in concreto l'importanza e la gravità dell'omissione in relazione al godimento e alla commerciabilità del bene, sicché, ove in corso di causa si accerti che l'immobile promesso in vendita presentava tutte le caratteristiche necessarie per l'uso suo proprio e che le difformità edilizie rispetto al progetto originario erano state sanate a seguito della presentazione della domanda di concessione in sanatoria, del pagamento di quanto dovuto e del formarsi del silenzio -assenso sulla relativa domanda, la risoluzione non può essere pronunciata.

(Cassazione Civile, 18 maggio 2018, n. 12226)


Ricorso per cassazione inammissibile se troppo lungo

E` inammissibile ai sensi dell’art. 366, 1º comma, n. 3, c.p.c. il ricorso per cassazione che contenga una ‘‘esposizione dei fatti di causa’’ non sommaria, per tale dovendosi intendere una narrazione che ecceda nel riportare in modo meticoloso, senza alcuna necessità indotta dalla particolare complessità della causa, ogni singolo evento processuale accaduto nei precedenti gradi di giudizio.

(Cassazione Civile, 31 luglio 2017, n. 1962)


Può testimoniare l’ex avvocato rinunciante al mandato

Non sussiste incompatibilità tra l’ufficio di testimone e la posizione del difensore della parte che abbia rinunciato al mandato prima di deporre.

(Cassazione Civile, ordinanza 6 dicembre 2017, n. 29301)


L’ingegnere risponde del certificato anche verso il terzo acquirente non contraente

Trova applicazione all’interno del nostro ordinamento giuridico la figura dei contratti con effetti protettivi nei confronti dei terzi, al cui interno vanno annoverate le fattispecie di c.d. responsabilità da status. Ed infatti in esse si può rinvenire quell’interesse particolare del terzo, non equiparabile a quello dei restanti consociati, ma in vario modo correlato con quello del soggetto professionista e con quello del terzo che con questi ha raggiunto l’accordo e che ha diritto alla prestazione.
È infatti quel particolare legame che vale da un lato a differenziare la posizione del “terzo”, rendendolo meritevole di protezione, e dall’altro a delimitare l’area della responsabilità del professionista, escludendo che questi sia chiamato a rispondere in chiave contrattuale nei confronti di chiunque possa subire un danno eziologicamente riferibile alla propria condotta.
Le classi di terzi protetti debbono essere identificabili ex ante e dunque già sulla scorta del peculiare contenuto del contratto stipulato fra le parti, seppure solo in astratto e, quindi, secondo un criterio di normalità (l’allievo nel certificato di idoneità rilasciato dalla scuola al maestro di sci, l’acquirente nella relazione ipo-catastale rilasciata dal notaio al venditore, etc.). È dunque responsabile verso il compratore per inadempimento contrattuale l’ingegnere che rilasci al venditore un certificato energetico relativo ad un immobile, che successivamente si riveli erroneo.

(Tribunale di Avezzano, 2 gennaio 2017)


Prededucibile nel fallimento il credito “funzionale” al piano

I crediti nascenti da nuovi contratti che, pur se non espressamente contemplati nel piano concordatario, siano stipulati dal debitore, in corso di esecuzione del concordato preventivo omologato, ai fini del raggiungimento degli obiettivi previsti dal piano medesimo e dell’adempimento della proposta, devono ritenersi sorti in funzione della procedura e vanno ammessi in prededuzione allo stato passivo del fallimento consecutivo, dichiarato per effetto della risoluzione del concordato.

(Cassazione Civile, 10 gennaio 2018, n. 380)


La negoziazione assistita obbligatoria contrasta coi principi della Carta dei Diritti UE?

Secondo i principi comunitari, qualsiasi tipo di ADR (Alternative Dispute Resolution) avente carattere obbligatorio può ritenersi compatibile con il principio della tutela giurisdizionale effettiva (artt. 6 e 13 della CEDU ed art. 47 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea) purché soddisfi congiuntamente tutte le seguenti condizioni: (i) non conduca ad una decisione vincolante per le parti; (ii)non comporti un ritardo sostanziale per la proposizione di un ricorso giurisdizionale; (iii) sospenda la prescrizione o la decadenza dei diritti in questione; (iv) sia possibile disporre di provvedimenti provvisori nei casi eccezionali in cui l'urgenza della situazione lo impone; (v) non generi costi, ovvero generi costi non ingenti, per le parti.

La disciplina nazionale sulla negoziazione assistita non rispetta l’ultima delle predette condizioni, poiché, non potendo prescindere dall'intervento di un difensore, comporta dei costi non contenuti per le parti, tenuto conto dei criteri di determinazione del compenso di avvocato attualmente vigenti. Pertanto la norma che viene qui in rilievo (art. 3, comma 1, D.L. n. 132/2014), essendo fonte, sia pure indiretta, di costi non contenuti per le parti, va disapplicata in quanto in contrasto con l'art. 47 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea.

(Tribunale di Verona, ordinanza 27 febbraio 2018)


Azione di responsabilità del curatore e determinazione del danno

Nell'azione di responsabilità promossa dal curatore a norma dell'art. 146, comma 2, l.fall., il giudice può ricorrere alla liquidazione equitativa del danno, nella misura corrispondente alla differenza tra il passivo accertato e l'attivo liquidato in sede fallimentare, qualora il ricorso a tale parametro si palesi, in ragione delle circostanze del caso concreto, logicamente plausibile, in quanto l'attore abbia allegato inadempimenti dell'amministratore – nella specie consistiti nella cessione a sé stesso, a prezzo vile, di rami d'azienda e nella pluriennale mancata tenuta delle scritture contabili – astrattamente idonei a porsi quali cause del danno lamentato, indicando le ragioni che gli hanno impedito l'accertamento degli specifici effetti dannosi concretamente riconducibili alla condotta dell'amministratore medesimo.

(Cassazione Civile, 1 febbraio 2018, n. 2500)


Sciopero del personale di volo e obbligo di compensazione

Lo “sciopero selvaggio” di una parte consistente del personale di volo che abbia spontaneamente dichiarato la propria assenza quale reazione all'annuncio a sorpresa di una ristrutturazione aziendale non può essere qualificato dalla compagnia aerea come “circostanza eccezionale” al fine di escludere l’obbligo di compensazione pecuniaria a favore dei passeggeri.

(Corte di Giustizia UE, Sentenza 17 aprile 2018, cause riunite C-195/17, C-197/17 e altre)