Il minore deve rimane in comunità se la madre lo manipola
E’ Legittimo il provvedimento con il quale il Giudice di merito dispone l’affidamento etero-familiare del minore con collocamento dello stesso presso una Comunità, sino al completamento del ciclo scolastico, in presenza di una situazione conflittuale tra i genitori, unitamente alla condotta manipolatoria ed alienante dell’altra figura genitoriale da parte della madre.
(Cassazione Civile, ordinanza 27 ottobre 2023, n. 29814)
Cattivo uso dei cassonetti della raccolta differenziata: nessuna responsabilità dell’amministratore del condominio
L'amministratore condominiale non è responsabile, in via solidale con i singoli condomini, della violazione del regolamento comunale concernente l'irregolare conferimento dei rifiuti all'interno dei contenitori destinati alla raccolta differenziata collocati all'interno di luoghi di proprietà condominiale, potendo egli essere chiamato a rispondere verso terzi esclusivamente per gli atti propri, omissivi e commissivi, non potendosi fondare tale responsabilità neanche sul disposto di cui alla L. n. 689 del 1981, art. 6 avendo egli la mera gestione dei beni comuni, ma non anche la relativa disponibilità in senso materiale.
(Cassazione Civile, 24 ottobre 2023, n. 29427)
Esclusa la responsabilità del socio se il recesso è portato a conoscenza dei terzi
La responsabilità del socio di società di persone verso i terzi per le obbligazioni della stessa deve ritenersi temporalmente correlata alla durata del rapporto sociale e, conseguentemente, esclusa oltre la data dello scioglimento del rapporto tra il socio e la società, a condizione che lo scioglimento sia stato portato con mezzi idonei a conoscenza dei terzi che lo hanno incolpevolmente ignorato.
(Cassazione Civile, 23 ottobre 2023, n. 29306)
Quando la dedizione alle esigenze della famiglia va ricompensata con l’assegno divorzile
In tema di determinazione dell'assegno di divorzio il principio secondo il quale, sciolto il vincolo coniugale, ciascun ex coniuge deve provvedere al proprio mantenimento è derogato, oltre che nell'ipotesi di non autosufficienza di uno degli ex coniugi, anche nel caso in cui il matrimonio sia stato causa di uno spostamento patrimoniale dall'uno all'altro coniuge, ex post divenuto ingiustificato, che deve perciò essere corretto attraverso l'attribuzione di un assegno in funzione compensativo-perequativa, adeguato compensare il coniuge economicamente più debole del sacrificio sopportato per aver rinunciato a realistiche occasioni professionali e reddituali che il richiedente l'assegno ha l’onere di indicare specificamente e dimostrare nel giudizio (il Tribunale ha tenuto conto non solo del sacrificio dell'attività lavorativa della ricorrente la quale, per consentire al marito di dedicarsi completamente al lavoro -che comprendeva anche assenze da casa di più giorni-, rinunciò a lavorare per otto anni per dedicarsi alla crescita ed all'accudimento dei figli, ma anche del futuro deteriore trattamento pensionistico determinato dagli otto anni di vuoto contributivo).
(Tribunale di Ravenna, 20 ottobre 2023)
Se la domanda di servitù non è trascritta, la sentenza non è opponibile all’acquirente del fondo servente
Nel caso in cui colui che agisce per l'accertamento o la tutela di un proprio diritto di servitù prediale che assume violato, non trascriva la relativa domanda giudiziale, la sentenza che definisce tale giudizio non è opponibile, a norma del combinato disposto degli artt. 111, quarto comma, c.p.c. e 2653, n. 1, c.c., a chi acquista il fondo servente nel corso del processo ed abbia trascritto il suo titolo, senza che possa rilevare che a suo tempo sia stato regolarmente trascritto l'atto costitutivo della servitù, con la conseguenza che il terzo acquirente è legittimato a proporre contro la detta sentenza pronunciata in un giudizio, a cui è rimasto estraneo, l'opposizione di terzo ordinaria prevista dallo art. 404, primo comma, c.p.c..
(Cassazione Civile, 17 ottobre 2023, n. 28779)
Sinistri stradali: risarcibili le spese mediche sostenute presso strutture private
Dal risarcimento del danno derivante da un sinistro stradale non possono essere escluse in automatico le spese mediche sostenute presso una struttura privata, affermando che si sarebbe dovuto ricorrere al Servizio sanitario nazionale.
(Cassazione Civile, 23 ottobre 2023, n. 29308)
Sulla quantificazione del danno non patrimoniale subito dalla figlia per la totale assenza della figura paterna
La violazione dei doveri conseguenti allo status di genitore non trova la sua sanzione necessariamente e soltanto nelle misure tipiche previste dal diritto di famiglia ma, nell'ipotesi in cui provochi la lesione di diritti costituzionalmente protetti, può integrare gli estremi dell'illecito civile e dare luogo ad un'autonoma azione volta al risarcimento dei danni non patrimoniali, ai sensi dell'art. 2059 c.c. (fattispecie relativa alla quantificazione del danno non patrimoniale subito dalla figlia per la totale assenza della figura paterna).
(Cassazione Civile, ordinanza, 13 ottobre 2023, n. 28551)
Piscine private a uso collettivo: non sussiste l’obbligo di assistenza ai bagnanti
Sono esonerate dall’obbligo di mettere un assistente a disposizione dei bagnanti le strutture aventi al loro interno piscine private qualificabili come a uso collettivo, a differenza delle strutture che gestiscono piscine pubbliche o private qualificabili come aperte al pubblico. Il responsabile della piscina deve però informare adeguatamente gli utenti circa l’assenza dell’assistenza ai bagnanti.
(Cassazione Civile, ordinanza, 13 ottobre 2023, 28538)
Mantenimento del figlio: l’obbligo persiste sin dalla procreazione
Il contributo dato dal padre putativo poi disconosciuto non costituisce un'esenzione per chi è stato dichiarato padre dal dovere di mantenimento, fin dalla nascita del figlio, che discende dalla procreazione, ma viene in rilievo come una situazione di fatto che ha determinato una riduzione delle esigenze di mantenimento di cui il figlio aveva necessità ed alle quali gli effettivi genitori dovevano provvedere.
(Cassazione Civile, ordinanza, 13 ottobre 2023, n. 28442)
Convivenza protrattasi per oltre 3 anni dalle nozze: nessuna nullità del matrimonio ecclesiastico
La convivenza come coniugi, ove protrattasi per almeno tre anni dalla celebrazione del matrimonio concordatario, integra una situazione giuridica di ordine pubblico italiano ostativa alla dichiarazione di efficacia della sentenza di nullità pronunciata dal Tribunale ecclesiastico per vizio genetico del matrimonio.
(Cassazione Civile, 10 ottobre 2023, n. 28308)