Le responsabilità in caso di segnale stradale non visibile o capovolto
Il principio di tipicità posto a fondamento della disciplina della segnaletica stradale comporta che un determinato obbligo o divieto di comportamento è legittimamente imposto all'utente della strada solo per effetto della visibile apposizione del corrispondente segnale specificamente previsto dalla legge: in particolare, per potersi ritenere sussistente, in capo agli automobilisti, un dovere di comportamento di carattere derogatorio rispetto ai principi generali in tema di circolazione veicolare (come dare la precedenza a chi viene da destra), è necessario il perfezionamento di una fattispecie complessa, costituita da un provvedimento della competente autorità impositivo dell'obbligo (o del divieto) e dalla pubblicizzazione di detto obbligo attraverso la corrispondente segnaletica predeterminata dalla legge, con la conseguenza che la conoscenza del provvedimento amministrativo acquisita "aliunde" dall'utente è del tutto inidonea a far sorgere qualsivoglia obbligo specifico nei suoi confronti, costituendo la segnaletica stradale non una forma di pubblicità notizia del comportamento imposto, bensì un elemento costitutivo della fattispecie complessa da cui l'obbligo stesso scaturisce (nella specie, la Corte ha sottolineato che se il segnale stradale - che impone l'obbligo di dare la precedenza - è capovolto e, quindi, poco visibile, esso non può essere elemento sufficiente per addebitare la completa responsabilità dell'incidente al motociclista che con la propria condotta ha ignorato quel segnale).
(Cassazione Civile, 29 marzo 2022, n. 10062)
Sul diritto di rivalsa dell’assicurazione nel caso di veicolo guidato da ubriaco
L'esclusione dell'operatività della polizza opera solo se sia stata effettuata contestazione della violazione nei confronti dell'assicurato, non essendo necessario che tale contestazione superi il vaglio del giudice a cui è chiesto di accertarne la fondatezza (nella specie, la clausola del contratto di assicurazione, in base alla quale era esercitata la rivalsa, prevedeva il diritto della compagnia di ripetere le somme corrisposte al danneggiato semplicemente sulla base del verbale di accertamento del tasso alcolico; quindi, l'azione di rivalsa poteva essere esercitata a prescindere dal fatto che la violazione del codice della strada fosse confermata dal giudice penale o fosse confermata da altro giudizio, essendo sufficiente a giustificarla la constatazione fatta dai verbalizzanti).
(Cassazione Civile, 23 marzo 2022, n. 9418)
Il comportamento imprevedibile del pedone esclude la responsabilità dell’automobilista investitore
La responsabilità del conducente che investa il pedone è esclusa non solo in ragione dell'attraversamento della strada fuori dalle strisce pedonali, ma solo se sia dimostrata la ricorrenza di un comportamento imprevedibile ed anormale dell'investito tale che l'investitore non abbia l'oggettiva possibilità di avvistarlo e di evitare l'evento, ricorrendo ad una manovra salvifica, sempreché all'investitore non sia rimproverabile la violazione delle regole della circolazione stradale e quelle di comune prudenza (nella specie, il repentino attraversamento della strada - congestionata dal traffico - , compiuto dal pedone uscito dalla vegetazione di un'aiuola e lontano dalle strisce, escludeva l'automobilista da ogni responsabilità per l'investimento).
(Cassazione Civile, 18 marzo 2022, n. 8940)
Sull’estensione territoriale del contrassegno invalidi
Il cosiddetto “contrassegno invalidi”, che autorizza la circolazione e la sosta del veicolo adibito al trasporto di una persona con capacità di deambulazione sensibilmente ridotte anche all'interno delle zone urbane a traffico limitato e delle aree pedonali urbane, è rilasciato alla persona disabile in quanto tale, in modo che questa se ne possa servire esponendolo su qualsiasi veicolo adibito in quel momento al suo servizio e, perciò, la sua validità non è limitata al territorio del Comune che abbia rilasciato tale contrassegno, ma è estesa a tutto il territorio nazionale.
(Cassazione Civile, ordinanza, 14 marzo 2022, n. 8226)
L’imprudenza del pedone investito non è sufficiente per affermare la sua esclusiva responsabilità
L'accertamento del comportamento colposo del pedone investito da veicolo non è sufficiente per l'affermazione della sua esclusiva responsabilità, essendo pur sempre necessario che l'investitore vinca la presunzione di colpa posta a suo carico dall'art. 2054, primo comma, cod. civ., dimostrando di avere fatto tutto il possibile per evitare il danno.
(Cassazione Civile, ordinanza, 23 febbraio 2022, n. 5957)
Le postazioni di rilevamento della velocità devono essere preventivamente segnalate e visibili
L'art. 142 C.d.S., comma 6-bis, che dispone che le postazioni di controllo sulla rete stradale per il rilevamento della velocità devono essere preventivamente segnalate e ben visibili, va interpretato nel senso che, tanto per le postazioni fisse quanto per quelle mobili, il requisito della preventiva segnalazione della postazione ed il requisito della visibilità della stessa sono distinti ed autonomi e devono essere entrambi soddisfatti ai fini della legittimità della rilevazione della velocità effettuata tramite la postazione.
(Cassazione Civile, 8 febbraio 2022, n. 4007)
Sul riparto di responsabilità tra utente e amministrazione
In caso di condotta imprudente dell’infortunato - come l'avere, in tesi, circolato in bicicletta su un'area interdetta al traffico dei velocipedi —occorre verificare se il comportamento colposo della vittima valesse ad escludere ogni responsabilità del Comune, consistente nell'avere lasciata aperta, incustodita e per giunta non segnalata e non intercettabile una buca di quelle dimensioni e di quella profondità.
(Cassazione Civile, ordinanza, 28 gennaio 2022, n. 2667)
Scontro con un cervo nel Parco Nazionale: esclusa la responsabilità della Regione
La responsabilità per danni causati dalla fauna selvatica incombe sulla Regione, se il danneggiato invoca la presunzione di cui all'art. 2052 c.c. Mentre, la responsabilità per danni causati dalla fauna selvatica può invece incombere sulla Regione o sugli altri enti locali, se il danneggiato invoca l'ordinaria responsabilità di cui all'art. 2043 c.c.; in tal caso, la responsabilità degli enti diversi dalla Regione sussiste se essi, non adempiendo alle funzioni a loro assegnate dalla legge (senza distinzione tra funzioni proprie o funzioni delegate), hanno trascurato di adottare le misure minime esigibili anche alla stregua dell'ordinaria diligenza per prevenire il danno (Nel caso di specie la Suprema Corte ha confermato la decisione del Giudice di merito che aveva escluso la responsabilità della Regione per i danni cagionati da un cervo all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo).
(Cassazione Civile, ordinanza, 21 gennaio 2022, n. 1869)
Il tempo di accensione della luce gialla non può essere inferiore a tre secondi
In tema di violazioni del Codice della Strada, la risoluzione del Ministero dei trasporti n. 67906 del 2007, in assenza di apposite indicazioni del Codice, regola il tempo di accensione della luce gialla del semaforo, la cui durata non può essere inferiore a tre secondi in corrispondenza al tempo di arresto di un veicolo che proceda ad una velocità non superiore ai 50 km/h, pur rimanendo possibile procedere all'impostazione di un intervallo superiore.
(Cassazione Civile, 26 gennaio 2022, n. 2305)
Sull’obbligo di taratura delle apparecchiature di misurazione della velocità
Poiché, a seguito della declaratoria di illegittimità costituzionale del D.Lgs. n. 285 del 1992, art. 45, comma 6, (Corte Cost. 18 giugno 2015 n. 113), tutte le apparecchiature di misurazione della velocità devono essere sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e di taratura, in caso di contestazioni circa l'affidabilità dell'apparecchio il giudice è tenuto ad accertare se tali verifiche siano state o meno effettuate (nel caso in esame, relativa ad un verbale per violazione dei limiti di velocità, la verifica aveva riguardato solo la taratura e non la regolarità del controllo periodico, mentre il giudice avrebbe dovuto provvedere a verificare anche questo secondo profilo).
(Cassazione Civile, 17 gennaio 2022, n. 1283)