L’obbligo totale e primario di mantenimento dei figli spetta ai genitori; gli ascendenti possono essere chiamati al mantenimento in via secondaria

L’obbligo di mantenimento dei figli minori, ai sensi dell’art. 148 del Codice civile, grava in via primaria e integrale sui genitori. L’obbligo degli ascendenti di fornire ai genitori i mezzi necessari per adempiere a tale dovere, analogamente al diritto agli alimenti previsto dall’art. 433 del Codice civile, ha natura subordinata e, pertanto, sussidiaria rispetto a quello principale dei genitori.

(Cassazione Civile, 18 settembre 2024, n. 25067)


Amministrazione di sostegno e centralità della volontà del beneficiario

In tema di amministrazione di sostegno, non è sufficiente che il decreto descriva analiticamente i poteri dell'amministratore e lo incarichi di compiere una relazione sulle condizioni di vita del beneficiario, perché i poteri vanno modulati e giustificati in relazione a quelle che sono le esigenze del beneficiario, le quali devono essere accuratamente rilevate, valutando se le sue personali competenze e quelle della rete familiare che lo assiste sono sufficienti a perseguire i suoi interessi (dandone atto nella motivazione) e, solo ove risulti uno specifico deficit di competenze che non consenta di perseguire in autonomia gli interessi della persona, si modellano e si conferiscono i poteri necessari alla soddisfazione delle esigenze rilevate, senza ricorrere a moduli standardizzati; diversamente si oblitererebbe l'aspetto innovativo principale della legge sull'amministrazione di sostegno, che è l'avere introdotto un misura flessibile in grado di adeguarsi alle esigenze del soggetto, ritornando, di fatto, alla rigidità delle misure di interdizione e inabilitazione così come disegnate dal codice civile prima della emanazione della L. n. 6/2004.

(Cassazione Civile, ordinanza, 16 settembre 2024, n. 24732)


La cancellazione di una società dal Registro Imprese non comporta automaticamente la rinuncia ai crediti della società stessa

La mancata presentazione del bilancio in liquidazione per un periodo superiore a tre anni, che determina la cancellazione d'ufficio della società, non costituisce una presunzione grave, precisa e concordante di rinuncia al credito da parte della società, né può essere qualificata come atto di remissione del debito.

(Cassazione Civile, 6 settembre 2024, n. 24078)


Nessun ripristino della responsabilità genitoriale se il genitore non offre garanzie di stabilità e di sicurezza

La Cassazione ribadisce il principio della centralità dell’interesse del minore a vedersi garantito «un rapporto affettivo con una figura genitoriale che offra garanzie di stabilità e di sicurezza» e mostri atteggiamenti e condotte finalizzati a curarne lo «sviluppo psichico e affettivo», compatibili con le necessità del periodo di età evolutiva vissuto dal figlio. Quando non siano possibili queste attenzioni e condotte, alla luce dei «reiterati comportamenti pregiudizievoli per la minore, più volte riscontrati» e della situazione di «un disturbo della personalità grave e non transitorio», non è dunque possibile il ripristino della responsabilità genitoriale.

(Cassazione Civile, 26 agosto 2024, n. 23097)


Senza il consenso dei genitori la diffusione dell’immagine del minore è illecita

In tema di tutela contro l'abuso dell'immagine di un minore, l'accertamento della illiceità della diffusione del ritratto del bambino per fini di pubblicità commerciale, effettuata senza il consenso di uno dei genitori, comporta il diritto al risarcimento del danno a condizione che sia accertata l'effettività e la serietà della lesione al diritto alla riservatezza dell'immagine, la cui tutela costituisce un interesse primario del fanciullo, senza che la mancanza di indicazioni relative al nome o alle generalità del minore o dei suoi genitori valgano ad escluderne il pregiudizio, poiché l'immagine della persona è tutelata in sé, quale elemento altamente caratterizzante l'individuo, che lo rende unico e originale, come tale riconoscibile.

(Cassazione Civile, ordinanza, 21 agosto 2024, n. 23018)


Il chiamato all'eredità che vi ha rinunciato, non risponde dell’imposta di successione

L'imposta di successione è dovuta in ragione della chiamata all'eredità e non in virtù di accettazione: tuttavia poiché la rinuncia all'eredità ha effetto retroattivo (ex art. 521 c.c.) il chiamato che ha rinunciato all'eredità non può essere considerato responsabile per i debiti del "de cuius" e dunque non è soggetto al pagamento dell'imposta di successione.

(Cassazione Civile, 14 agosto 2024, n. 22839)


Ricostruzione dell’edificio con aumento volumetrico: è una nuova costruzione soggetta alle distanze legali

La ricostruzione con sopraelevazione rispetto all'edificio preesistente costituisce una nuova costruzione, poiché comporta un aumento di volumetria, sagoma e superficie di ingombro, ancorché di ridotte dimensioni, ed è quindi soggetta al rispetto delle distanze legali dal confine. Pertanto, in caso di inosservanza delle distanze prescritte, la demolizione riguarda l'intera nuova struttura e non solo le parti che superano le dimensioni dell'edificio originale.

(Cassazione Civile, 8 agosto 2024, n. 22493)


Legittime le strisce blu senza posti liberi se la zona è centrale e patrimonio Unesco

L'automobilista multato per non aver esposto il tagliando a pagamento nelle strisce blu non può eccepire l'illegittimità della sanzione per violazione dell'obbligo di riservare, nelle immediate vicinanze di stalli a pagamento, un'adeguata area destinata a parcheggio senza custodia o senza dispositivi di controllo di durata della sosta, qualora la zona interessata sia situata nel cuore del centro storico e sito del patrimonio Unesco.

(Cassazione Civile, 2 agosto 2024, n. 21824)


I proprietari dei negozi, sebbene abbiano altro accesso, sono tenuti a contribuire alle spese condominiali per le scale e l’androne

Le scale e l'androne, in assenza di un titolo specificatamente contrario, mantengono la qualità di parti comuni a cui obbligatoriamente contribuiscono anche i proprietari di negozi o locali terranei che hanno accesso dalla strada, in quanto ne fruiscono quantomeno per la conservazione della copertura dell'edificio.

(Cassazione Civile, 30 luglio 2024, n. 21238)


Un giornalista può divulgare le informazioni anagrafiche di un indagato se vi è interesse pubblico

La divulgazione di dati anagrafici di una persona sottoposta ad indagini è consentita per finalità giornalistiche, anche senza il consenso dell'interessato, nel rispetto del codice deontologico richiamato dall'art. 139 d.lgs. n. 196 del 2003 ed ai sensi dell'art. 137 del citato d.lgs. e, cioè, solo se la stessa è essenziale riguardo a fatti di interesse pubblico, requisito rimesso all'accertamento e alla valutazione, caso per caso, del giudice di merito, tenuto ad indicare analiticamente le ragioni per le quali lo ritenga integrato.

(Cassazione Civile, 23 luglio 2024, n. 20337)